Zeus

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Un busto di Zeus

Zeus, re degli dèi e dio del cielo secondo la religione greca.

Citazioni di Zeus[modifica]

  • Essere un guerriero non vuol dire solo essere in grado di colpire un tuo avversario, ma trovare innanzi tutto una buona ragione per sguainare la tua spada. (Immortals)
  • Oh, Prometeo, tu non hai idea di quanto sia noioso essere il dio di un mondo perfetto. (Stephen Fry)
  • Perché un vero eroe non si misura dalla forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore. (Hercules)
  • Puoi essergli amico quanto vuoi, Prometeo, e non dubito che anche Atena e tutti gli altri dei lo saranno. Però c'è una cosa che non dovranno avere. Mai. Ed è il fuoco. [...] Col fuoco potrebbero ribellarsi a noi. Col fuoco potrebbero credersi nostri pari. Lo sento, e lo so. Non bisogna mai dar loro il fuoco. Così ho parlato. (Stephen Fry)
  • Ricorda, ciò che conta non è il mero vivere, Teseo, è vivere giustamente. (Immortals)
  • Temo che essere famosi non sia lo stesso che essere un vero eroe. (Hercules)

Gli Argonauti[modifica]

  • Dovresti avere ormai capito che io non stabilisco mai i particolari.
  • Era, mia cara, tu devi imparare a giocare senza barare, oppure perdere con grazia.
  • Ah, Giasone è venuto all'Olimpo, finalmente. Gli uomini ricorrono agli dèi solo se vogliono qualcosa. Ma a te l'ha dovuto suggerire Ermes.
  • È proprio vero che chi meno invoca gli dèi, più li onora.
  • Se dovessi punire tutti i bestemmiatori, perderei una gran parte di quelli che credono in me.

Odissea[modifica]

  • Ahimè, sempre gli uomini accusano gli dei: dicono che da noi provengono le sventure, mentre è per i loro errori che patiscono e soffrono oltre misura.
  • [Ad Atena] Ma Nettun freme d'implacabil ira | contra l'eroe, che l'occhio unico estinse | al divo Polifemo, il più gagliardo | d'infra i Ciclopi tutti. Al Dio la Ninfa | Toósa il partorì, figlia di Forco, | re dello steril mar, ché lei Nettuno | comprimea ne' segreti antri marini. | Da indi in qua, non ei percosse a morte | il divo Ulisse, ma dal patrio lido | errar lungi lo sforza. Or via, noi tutti | consultiamo del modo ond'ei ritorni. | L'ira Nettuno deporrà, ché a fronte | star non potrà di tutti i Numi ei solo.
  • Hermes – tu che sei il messaggero – alla ninfa dai bei capelli va ad annunciare la decisione immutabile, che l'intrepido Odisseo deve tornare. Tornerà senza avere compagni né dei né uomini: sopra una zattera di tronchi legati, dopo molto patire giungerà, nel ventesimo giorno, alla fertile Scheria, terra dei Feaci di srirpe divina, che come un dio lo onoreranno nel cuore e con una nave lo manderanno all'amata terra dei padri.

Scontro di titani[modifica]

  • Cento buone azioni non potranno mai assolvere un solo omicidio. Mille templi o mille statue, che siano dedicati a me o a te, Era, mia moglie, o a Teti, bellissima dea del mare, o a te, Atena, sempre saggia e premurosa, o ad Afrodite, dea dell'amore, niente può obbliterare o perdonare questo unico, spregevole atto di sangue.
  • Scatena il Kraken!
  • La fortuna è alleata dei valorosi.
  • Era: E se il coraggio e l'immaginazione dovessero diventare qualità mortali comuni, che sorte avremo noi?
    Zeus: Di noi non ci sarà più bisogno. Ma per il momento, per il momento c'è sufficiente codardia, mendacità e indolenza giù sulla terra da durare per sempre.
  • Anche se noi dei saremo abbandonati o dimenticati, le stelle non si spegneranno mai. Mai. Splenderanno fino alla fine dei tempi.

Citazioni su Zeus[modifica]

  • Dicono che quando era colto da desiderio erotico, Zeus assumeva ora le sembianze di toro, ora di aquila ora di cigno. Con tutti questi racconti gli antichi volevano dunque dimostrare l'onore che essi tributavano agli animali e ancor di più quando narrano che ad allevare Zeus fu una capra. (Porfirio)
  • Dove Zeus non troneggia più, corona, scettro e confini perdono ogni senso; gli eroi si congedano con Ares, col grande Pan muore la natura. (Ernst Jünger)
  • E sì, ha avuto tante donne. E quante trasformazioni e travestimenti si inventa allo scopo di sedurle! Certe volte una pioggia d'oro o un toro, oppure un cigno. Ha perfino cercato di insediare me, camuffandosi da seppia. [«E ci è riuscito?»] Ci mancherebbe! [«E come hai fatto?»] Ho fatto il suo stesso gioco. Mi sono trasformata in un enorme pescecane. (Teti: Scontro di titani)
  • L'uno, il solo saggio non vuole e vuol essere chiamato col nome di Zeus. (Eraclito)
  • Senza il tuo nume nulla avviene sulla terra | né sotto il divino polo celeste e nemmeno nel mare, | tranne quanto compiono i malvagi nella loro demenza. | Ma tu sai rendere perfette anche le cose vane | e far belle le cose brutte, e pur le cose sgradevoli per te divengono grate: | tu infatti adattasti in uno tutte le cose buone con le cattive | così che diventassero la ragione unica di tutte le cose, sempre esistente, | che fuggendo abbandonano quanti mortali sono malvagi; | infelici!, che sempre di beni bramando il possesso | non vedono né ascoltano la legge universale di dio, | seguendo la quale avrebbero vita felice con senno. (Cleante)
  • Stranieri e mendicanti vengono tutti da Zeus, ciò che ricevono, anche se poco, è gradito. Allo straniero offrite, ancelle, da mangiare e da bere, fatelo lavare nelle acque del fiume, al riparo dal vento. (Nausicaa: Odissea)

Stephen Fry[modifica]

  • Egli possedeva la sicurezza, un'aria naturale di comando che contraddistingue chi è destinato a diventare un capo. Era più pronto alla risata che alla collera, ma quando si arrabbiava, era in grado di atterrire ogni creatura che vivesse nella sua orbita.
  • Il fulmine e il lampo erano ai suoi ordini. L'aquila e la quercia i suoi emblemi, simbolo, ora come allora, di una fiera grazia e di un potere invincibile. La sua parola era legge, la sua autorità formidabile. Ma non era perfetto. Era molto, molto lontano dall'esserlo.
  • Se è vero che in un orecchio era la saggezza a parlargli sotto forma di Meti, nell'altro Zeus sentiva sempre il bollente richiamo della passione. Quando gli passavano davanti una bella donna, una bella ragazza - e a volte un bel ragazzo -, niente poteva impedirgli di seguirli in capo al mondo, a costo di doversi trasformare in una quantità di animali diversi. Se veniva colto da un attacco di libidine, Meti non riusciva a dominarlo più di quanto un sussurro possa acquietare una tempesta; né Era, con le sue folli grida di rabbia e gelosia aveva più potere nel richiamarlo di quanto il battito d'ali di una farfalla possa mandare una nave fuori rotta.
  • Zeus pareva aver ereditato lo sgradevole vizio paterno di mangiarsi chiunque, secondo i pronostici, minacciasse di sconfiggerlo.

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